La Storia della Scherma: lo Sport, un'Arte!
La parola scherma ha un equivalente nel longobardo “Skirmjan” che significa anche proteggere, coprire (stessa etimologia della parola schermare). La disciplina di scherma ha infatti le proprie basi nel porre la propria arma come difesa/schermo fra sé e l’avversario. Un’analogia si trova nell’etimologia della parola equivalente inglese fencing che deriva dal verbo de[fencing], cioè difendersi, dal latino defensio.
La Scherma è forse lo Sport più antico del mondo, si è affinato nel corso dei secoli, fino a diventare l’arte raffinata che molti hanno potuto osservare con il fiato sospeso alle ultime olimpiadi.
La scherma, oggi, indica l’arte dello scontrarsi con le varie armi, il fioretto, la spada e la sciabola.
Durante lo scontro chiamato “assalto”, due atleti si affrontano su di una piattaforma metallica, chiamata “pedana”, stringendo saldamente, con la mano guantata, la propria arma: lo scopo è quello di riuscire a “toccare” per primo l’avversario.
L’assalto si conclude alla 15 a stoccata, con la designazione del vincitore.
Le mosse fondamentali sono:
- (per l’attacco) l’affondo, un lungo passo avanti con il quale viene inferta la stoccata all’avversario.
- (per la difesa) i vari tipi di “parate”, per evitare la stoccata dell’avversario.
A controllare che l’assalto si svolga in modo regolare, c’è un arbitro che oltre a riconoscere le stoccate, attribuisce il punteggio.
L’arbitro ha inoltre il compito di assegnare, se è il caso, cartellini gialli o rossi a seconda della gravità delle irregolarità compiute dagli schermidori.
Esiste, anche in casi estremi, il cartellino nero, che procura l’espulsione dalla gara di chi lo riceve.
A protezione degli atleti, è previsto un particolare abbigliamento (la caratteristica tuta in cotone bianco), il giubbetto elettrico (tranne che per la spada), ed una maschera protettiva che copre integralmente il volto.